Questo dolce ha origini Venete, come le mie d'altronde (sono Friulana d'adozione, ma con origini sono Veneta). La mia memoria torna indietro nel tempo, anche se ricordavo questo dolce un pò diverso. Questa ricetta, è stata scoperta anni fa, da mio cognato Franco (bravissimo in cucina e gelosissimo delle sue creazioni, quindi lo ringrazio pubblicamente per aver avuto fiducia nella mia esecuzione), sul libro "La cucina dei Dogi" che descrive così questo dolce di tradizioni antichissime.
Riporto fedelmente.
Dire pinsa è come dire "pizza", cioè un cibo consistente e sostanzioso, i cui ingredienti variano secondo le zone e l'estro personale. Dunque, la base è farina gialla di granoturco ben aromatizzata e arricchita di condimenti: una volta veniva unta con brodo di muséto (cotechino) e dolcificata con miele o melassa, perchè lo zucchero costava troppo. Si condiva, si faceva una larga polenta soda, si avvolgeva in molti strati di foglie di cavolo e si poneva a cuocere sotto le braci del caminetto. Per i contadini era la torta immancabile della marantega, cioè della befana, e la ponevano a cuocere sotto i falò che si appiccavano nei campi nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, quando con essi si bruciava in effige l'anno vecchio che si avviava ormai verso la primavera. I Vicentini la chiamavano la "putana soto 'l fogo": "puttana" perchè "ci stava con tutti" gli ingredienti, "sotto il fuoco" per il sistema di cottura. Ancora oggi è un dolce reperibile a Venezia e nelle campagne dell'entroterra.
Metto la ricetta originale e in rosso e tra parentesi le modifiche mie e del mio cognatino Franco!!
Ingredienti:
300 gr. di farina di mais gialla
200 gr. di farina 00 (100 gr. di farina 00 e 100 gr. di farina di segale)
½ litro di latte
½ bustina di lievito per dolci (1)
200 gr. di burro o strutto ( burro)
200 gr. di zucchero semolato o di canna (di canna)
100 gr. di uvetta sultanina
30 gr. di pinoli (50)
50 gr. di cedrini 0 zucca candita ( 100 gr. di frutta candita a pezzetti mista)
5 fichi secchi (7 )
1 mela (la mia era una renetta abbastanza grande)
Un bicchierino di grappa
Un pò di semi d'anice (8 semi di finocchio)
Un pizzico di sale
Burro e pangrattato per la tortiera (omesso)
(8 noci spezzettate con le mani)
(6 albicocche secche morbide)
(6 cubetti di zenzero candito)
Procedimento:
Ammorbidire l'uvetta in acqua tiepida. Tagliare tutta la frutta a pezzettini. Sbucciare la mela e tagliarla a pezzettini. In una terrina setacciare le farine di frumento e di segale, unire il lievito, lo zucchero e mescolare. In una casseruola versare il latte, il burro, un bicchiere d'acqua, un pizzico di sale; portare a ebollizione e aggiungere la farina gialla. Lasciar cuocere per circa 20 minuti, continuando sempre a mescolare. Lasciare intiepidire e aggiungere le farine con il lievito, non ci si deve preoccupare se l'impasto è molto sodo, è molto importante non aggiungere liquidi. Mescolare bene e inserire la frutta preperata a pezzetti. A questo punto la ricetta originale prevede d'imburrare una tortiera, invece, sempre su consiglio del mio" esperto" (leggi cognato) ho messo una carta forno sulla teglia del forno e ho dato una forma rettangolare in modo che l'impasto risulti alto 2 dita. Porre in forno statico preriscaldato a 180°, per un'ora. La pinsa sarà pronta quando in superfice si sarà formata una crosticina bruna e quando, introducendovi uno stuzzicadenti, ne uscirà asciutto. Servire il dolce freddo, ideale sarebbe lasciarlo riposare per 2 giorni. La mia pinza non ha visto l'alba del 2° giorno!. Gli ingredienti possono variare a piacere: rhumo anice al posto della grappa; una pera al posto della mela (o asssieme); altri canditi; e cosìvia.
P.S. Se qualcuno la prova non si spaventi dell'estetica. Quando l'ho tolta dal forno volevo buttarla poichè pensavo dovesse lievitare, mi hanno fermata in tempo, mio cognato mi ha comfermato che doveva essere così. Vi garantisco ch'è di una bontà strepitosa!!
Non conoscevo questa ricetta! Complimenti, deve essere gustosa!
RispondiEliminaBella ricetta, brava e grazie di avermela fatta conoscere, la proverò!
RispondiEliminaBaci e...buona befana!!
CHE BELLA...LA FACCIO ANCHE IO..UN PO' DIVERSA..MA BUONA!!!
RispondiEliminaBUONA EPIFANIA!!!Buoni questi dolcetti!!!UN ABBRACCIO cara!
RispondiEliminafinalmente rieccomi attiva sul blog...grazie per gli auguri che ho visto tardi ma li tengo stretti per tutto l'anno; che sarà felice ne sono certa, per entrambe!
RispondiEliminaciao cara Solema
gran bella ricetta e di facile preparazione
RispondiEliminaAdoro le ricette legate alle nostre terre,grazie per avercela fatta conoscere :)
RispondiEliminaGrazie per la bella spiegazione! :)
RispondiEliminaSono molto legata alle tradizioni e alla mia regione; da noi a Venezia si fa col pane raffermo.
Questa tua versione è da provare sicuramente in tuo onore e in quello di tuo cognato.
Un bacione.
Un'altra splendida versione della pinza, anche questa sicuramente ottima. Grazie per avercene fatto dono. Un abbraccio
RispondiEliminaChe delizia!!! I semini di anice mmmmhhhh che profumino...
RispondiEliminaallora è stato un onore anche l'intervento del cognatino :-)
un bacio e grazie per la storia che caratterizza questa pizza dolce :-)
Buongiorno Nonna Sole e complimenti! Bello il post e buona la ricetta. Un abbraccio. :-)
RispondiEliminaWow! bellissima foto e bellissima ricetta!
RispondiEliminaLe versioni che ho visto in questi anni della pinsa sono sempre diverse, e tutte tradizionali ;-) nel senso che si personalizzano con il tempo e con le famiglie, ma son sempre buone :-)
E mio suocero ne va matto!
Dalle sue parti, che poi sono anche le tue ;-), la fanno proprio così. Che dici? provo a lanciarmi in una versione gf e vedo se riesco a far contento il suocero?
Un abbraccio grandissimo cara nonna!
quest'anno ho provato a farla anch'io una ricetta diversa dalla tua (che proverò sicuramente!) ma buonissima lo stesso!! Ciaoooooo!
RispondiEliminanon la conoscevo...deve essere buona...un baciotto
RispondiEliminaAnnamaria
Une recette que je ne connais pas.
RispondiEliminaCa semble bien bon.
A bientôt.
anche dalle mie parti si fa un dolce tipo questo ma con un altro nome!!! buonissima proverò anche la tua!! baci
RispondiEliminakatty
dev'essere buonissima!!! un po' calorica forse, ma buonissima!!!!
RispondiEliminaHello, one cute award is waiting for you on my blog...best regards!;))
RispondiEliminahttp://kuhinjica-mignone.blogspot.com/2010/01/nagrada.html
complimenti per il blog lo trovo interessantissimo :) e da veneta ti dico che la tua versione della pinza sembra ottima! brava brava brava
RispondiEliminaCiao!Una ricetta molto molto gustosa....credo che la proverò a breve! Buona serata! :-)
RispondiEliminaIn quanto venete...non possiamo che adorarla! ce ne mandi un poezzetto?! è fantastica così ricca!
RispondiEliminabacioni
Grazie a tutte!!!
RispondiElimina@ Michela, le ricette della tradizione, cambiano anche da famiglia a famiglia!
@Lory, mio cognato è bravissimo, mia sorella un pò meno..;-)
@ Faby, penso riesca bene anche con la versione glutenfree!!
Di nuovo grazie a tutti!!!
posso mettere questa ottima ricette fra le ricette venete? grazie
RispondiEliminap.s. ovviamente con il link che riporta alla tua cucina........
Che ricordi! Vivo all'estero, adesso potrò farmi la pinsa che mi faceva la nonna ;-) Grazie!
RispondiEliminaAlessandro
Ho seguito la ricetta pari pari (usando farina gialla e 00) ma la mia pinza è risultata gialla e non marrone, come mai?
RispondiEliminaCiao, hai messo la farina di segale? Questa fa la differenza di colore e sapore.
EliminaA parte il colore com'era? Ti è piaciuta?
Sono veneta anche io, trevigiana :) e sto cercando di ricreare la pinza che faceva mia nonna (che giustamente MAI scriveva le ricette). Il gusto ci si avvicina moltissimo, forse ricordo un po'meno il sapore del burro.
EliminaNo, non avevo messo la farina di segale perché penso che lei non la usasse, però forse usava il pane vecchio abbrustolito ammorbidito nel latte e mio papà si azzarda a dire che mettesse un bicchiere di vino rosso... Che ne dici, è credibile?
Grazie per questi consigli, i sapori dell'infanzia sono indimenticabili!
Ciao si come ho scritto sopra, abbiamo modificato un po' la ricetta originale; abbiamo appunto aggiunto la farina di segale che secondo me ci sta molto bene.
EliminaProbabilmente la tua nonna usava lo strutto e forse per questo sentivi meno il sapore del burro. Del pane non so che dire; nella ricetta originale non c'è e non accenna nemmeno al vino. Concordo che i sapori dell'infanzia sono impagabili.