Una ricetta nata da una serie di congiunzioni astrali: il libro "La pasta madre" che mia nuora mi ha regalato a Natale (anche se la mia, di pasta madre, è defunta lo scorso anno), la farina di farro con la quale la mia
amica molisana mi ha omaggiato e infine la farina "Flor di Lune" del
Molino Moras donatami per la mia presenza in giuria durante il loro primo contest online sui lievitati e dolci.
Ho voluto farne una mia versione, di queste brioscine, prendendo appunto spunto dal libro.
I
buchteln non sono che focaccine di pasta lievitata farcite, solitamente, con composta di prugne.
Dolcetti provenienti dalla Boemia ma molto conosciuti in Austria, in Ungheria e anche in Italia, in modo particolare nella zona di Trieste e nel Trentino Alto Adige. Ho farcito queste brioscine con confettura di ciliegie home made mescolata a una crema di nocciole.
Volevo anche descrivere le farine meravigliose usate.
Il farro era il cereale più utilizzato nell’antica Roma, fino alla comparsa dei frumenti, grano tenero e duro, più produttivi e facilmente coltivabili. Inoltre i chicchi del grano erano liberabili dalla pula con semplice battitura, a differenza del farro, che necessitava di essere abbrustolito prima della macinazione.
Esistono tre tipi di farro: monococco, dicocco e spelta. Il monococco, o farro piccolo, ancora coltivato in nord Europa ed ora anche in Italia, e noto col nome di einkorn, è il più antico antenato del grano, ed era proprio il farro più utilizzato nell’era repubblicana.
Nello specifico si tratta di farro dicocco semintegrale; la granulometria è simile alla semola; al gusto sentori di nocciola e castagna.
Flôr di Lune’ - ‘Fiore della luna’ perché ottenuta dalla macinazione artigianale di grano proveniente da una produzione agricola che va a braccetto con la natura, rispettando i ritmi della Terra e delle fasi lunari.
*Notizie tratte dal sito Moras