Spesso io e mio marito parlando ricordiamo le città d'arte visitate. Giorni fa, i nostri ricordi sono approdati a Roma, con le sue meraviglie che abbiamo respirato e visitato...i Musei Vaticani, L'Altare della Patria e molti altri. Ma, come potete immaginare, i nostri ricordi percorrono anche le vie gastronomiche, i cibi della tradizione locale e le innumerevoli meraviglie della nostra Italia. Ne sento il profumo attraversando le strade venendo attirata da una forza a cui non so resistere. In questo caso, la memoria mi ha portato ai supplì di una locanda in Trastevere.
I supplì, con la carbonara, la cacio e pepe e l'amatriciana sono ricette tipiche della cucina romanesca.
Negli anni passati, veniva cucinato il riso con le rigaglie di pollo, oggi invece si preferisce cuocerli con carne macinata. Cugino dell'arancino siciliano, si differenzia da esso perchè viene cotto insieme al ragù, con un cuore di mozzarella filante (da qui il nome italianizzato dal francese "surprise"), mentre la specialità sicula contiene il ragù come ripieno.
Si dice venga servito la prima volta nel 1874 nella Trattoria della Lepre, a Roma, chiamandoli "soplis di riso". Ora è diventato per eccellenza un cibo di strada, o più elegantemente chiamato: "Street Food").
Tra le molteplici varianti c'è anche il supplì vegetariano come nella mia versione. Si possono fare anche al forno, ma credetemi, fritto è tutta un'altra cosa!