Ad onor del vero, i miei non sono i ravioli fritti proposti dalla cuochina, bensì gli Schlutzkrapfen: dei ravioloni farciti con spinaci, erba cipollina, cipolla e ricotta. La particolarità di questi ravioli sta nell'impasto di cui sono fatti, ossia la farina di segale. Un piatto golosissimo e molto saporito che i miei commensali hanno, manco a dirlo, molto gradito. Per renderli ancora più golosi li ho conditi con le briciole di pane di segale rosolato e tostato nel burro. Con questi ingredienti ho fatto 110 ravioli. Ne ho serviti 10 a persona e il rimanente l'ho congelato.
lunedì 31 dicembre 2018
Ravioli della Val Pusteria (Turteln)... Per quanti modi di fare e rifare
Ad onor del vero, i miei non sono i ravioli fritti proposti dalla cuochina, bensì gli Schlutzkrapfen: dei ravioloni farciti con spinaci, erba cipollina, cipolla e ricotta. La particolarità di questi ravioli sta nell'impasto di cui sono fatti, ossia la farina di segale. Un piatto golosissimo e molto saporito che i miei commensali hanno, manco a dirlo, molto gradito. Per renderli ancora più golosi li ho conditi con le briciole di pane di segale rosolato e tostato nel burro. Con questi ingredienti ho fatto 110 ravioli. Ne ho serviti 10 a persona e il rimanente l'ho congelato.
giovedì 20 dicembre 2018
Pinza Tarcentina
Desidero precisare che la mia pinza tarcentina è l'insieme di due ricette e, ad onor del vero, ci ho messo anche il mio estro. Ho unito la versione dello chef Silvio Di Giusto e del pasticciere di Tarcento Alessandro Rizzo . La pinza: dolce tradizionale del Triveneto. Tra le versioni conosciute, ognuna delle quali con peculiarità proprie, si contraddistingue la tarcentina. Un lievitato a tutti gli effetti, mentre la pinsa veneta ha un procedimento molto diverso.
Il 6 gennaio, giorno dell'Epifania, a Tarcento c'è una grande festa, secolare, che unisce il sacro e culmina con il profano: l'accensione del Pignarul Grant (il falò). La festa inizia il giorno prima, quando i Pignarulars, persone addette all'approvvigionamento delle cataste di legno per il falò, si trovano con il Vecchio Venerando per ricevere il fuoco con il quale, poi, accendere il grande falò. Culmina infine il 6 gennaio con la salita al castello di Coia, il Ciscjelat, con il vecchio; spetterà a lui accendere il grande falò per poi decretare come sarà il nuovo anno: a seconda della direzione presa, il fumo farà la sua profezia: "se il fum al va a soreli a mont, cjape il sac e va pal mont; se invezit il fum al va de bande di soreli jevat, cjape il sac e va al marcjat"
Traduzione: se il fumo va occidente prendi il sacco e vai a cercare fortuna per il mondo; se invece il fumo va a oriente prendi il sacco e vai al mercato.
Significa che se il fumo va a occidente bisognerà, appunto, cercare fortuna altrove; se va a oriente sarà per tutti un anno fortunato.
Mentre scrivo il post, riaffiorano prepotentemente i ricordi di quando portavamo i bambini, già nel primo pomeriggio, ad assistere alla rievocazione storica, rappresentata da centinaia di figuranti in abiti medioevali. Attendavamo, poi, l'accensione del falò mangiando la pinza della pasticceria e riscaldandoci bevendo il brulè gli adulti, la cioccolata calda i bimbi.
Ora passiamo alla mia ricetta.
venerdì 14 dicembre 2018
Linzer torte del Maestro Knam
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